venerdì 21 ottobre 2011

I magnifici sette della duna costiera

Il 99% della vegetazione del lato marino delle dune fisse di Rimigliano è costituito dai sette magnifici arbusti autoctoni spontanei, qui sotto rappresentati.
Tutti noi li conosciamo perfettamente e ne apprezziamo da sempre il loro splendido aspetto naturale ed i loro nomi così familiari ed evocativi.
* Alaterno
* Ginepro coccolone
* Ginepro fenicio
* Fillirea
* Lentisco
* Mirto
* Leccio
Alaterno - Rhamnus alaternus

Ginepro coccolone - Juniperus Oxycedrus

Ginepro fenicio - Juniperus phoenicea

Fillirea - Fillirea latifolia

Lentisco - Pistacia lentiscus

Mirto - Myrtus communis

Leccio - Quercus ilex

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Specie generalmente meno diffuse, ma presenti in alcune zone del litorale.


Corbezzolo - Arbutus Onedo

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Macchia mista di arbusti vari - Ginepro, Lentisco, Fillirea, Leccio, Corbezzolo

giovedì 29 settembre 2011

lunedì 8 agosto 2011

Non toccate questo litorale perfetto. Farete solo danni irreversibili.

Rilevazioni aeree in alta definizione del litorale di Rimigliano in corrispondenza del Podere Walfredo (ingresso 5) e del Podere Tuscania (ingresso 8)
La linea di battigia e la linea della vegetazione dunale sono pressoché immutate da quando esistono i rilevi aerofotogrammetrici.
La spiaggia è in condizioni splendide, con una larghezza ed un dislivello tali da tenere ampiamente lontane dalla duna anche le mareggiate più violente.
La duna, sia pure in alcuni tratti stressata dalla pressione antropica dei 4 mesi estivi, riesce negli otto mesi di riposo a ricostituire quasi completamente la vegetazione naturale nelle porzioni deteriorate, e appare sostanzialmente immutata da un anno a un altro.
Solo in alcuni limitati punti di più intenso e concentrato passaggio, potrebbe essere utile qualche intervento di indirizzamento con manufatti leggeri, esteticamente non appariscenti. Non altro.
Dal punto di vista morfologico la forma della vegetazione costiera è del tutto sovrapponibile a quella del tratto di litorale a nord del confine di San Vincenzo, in Comune di Castagneto, dove la duna ed il bosco sono recintati e la pressione antropica è pressoché nulla.

Podere Walfredo - Ingresso 5  (clikka per ingrandire)

La duna e la spiaggia oltre la Conchiglia in Comune di Castagneto. La duna è protetta da una recinzione continua (ben visibile nella foto), ma, nonostante l'assenza di qualsiasi calpestio, le radure naturali antedunali (bellissime !) son assai più estese di quelle di Rimigliano, dove la vegetazione fronte spiaggia risulta più compatta.

Podere Tuscania - Ingresso 8, con la piccola padule residua (clikka per ingrandire)
2010 - Quando il parcheggio del podere Tuscania, unico parcheggio per il percorso accessibile alle persone disabili, non era stato ancora sbarrato dal gestore con una catena.
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Confrontando le riprese areofotogrammetriche dal 1954 ad oggi, oltre alla Principessa non più sterrata ed al  notevole proliferare di volumi attorno alla ex Casa Rossa del Podere Tuscania, si può notare per quanto riguarda la duna e la spiaggia alcune cose interessanti.
1954

Rispetto al 1954, già nel 1988 la spiaggia si è notevolmente, assai notevolmente allargata, e la vegetazione della duna si è macroscopicamente rinfittita, tanto che le naturali radure dunali si sono spontaneamente ridotte a circa il 50% di quelle iniziali.
1988

Dal 1988 in poi la situazione morfologica di spiaggia, duna e radure, si è mantenuta sostanzialmente immutata
Da queste prove oggettive esce quindi del tutto confermato quanto da sempre sostenuto:
1) La spiaggia e la duna di Rimigliano negli ultimi 50 anni non hanno generalmente subito danneggiamenti da parte dell'uomo, o degradamenti naturali, ma anzi appaiono semmai migliorati sia dal punto di vista dimensionale che naturalistico.
2) La spiaggia e la duna di Rimigliano godono pertanto di ottima salute e necessitano eventualmente solo di qualche piccolo interrvento di indirizzamento dei bagnanti estivi, lungo alcuni sentieri predisposti ormai consolidati.
3) Le opere eseguite negli scorsi anni (palizzate, distruzione delle radure naturali, seppellimento della duna con rifiuti della spiaggia, piantagioni di specie aliene ecc. ora a quanto pare ufficialmente ripudiate) sono state estremamente ed irreversibilmente dannose e distruttive.
4) Alcune opere in programma da parte di Provincia e Comune (posa di salsiccioni di rinforzo e protezione della base dunale, riempimento delle radure dunali naturali) appaiono non necessarie e quindi potenzialmente dannose, come si è già visto (qui) nell'intervento di prova di qualche mese fa.
5) La (riorganizzazione dei sentieri di accesso) sempre prevista da Provincia e Comune, può invece essere un'opera utile a patto che sia realizzata con manufatti leggeri, reversibili e non intrusivi dal punto di vista naturalistico.
6) In ogni caso la spesa prevista di oltre 700 mila euro appare estremamente azzardata se decisa (come pare) senza una seria comparazione del positivo andamento storico della duna e della spiagga.
1996
In materia naturalistica vale sempre la vecchia legge:
Se non c'è la necessità impellente, oppure c'è qualche minimo dubbio, meglio astenersi da qualsiasi intervento artificiale o intrusivo.
2007

martedì 26 luglio 2011

Rimigliano a mare è perfetto e autosufficiente. Istituzioni pubbliche, non occupatevene più. Per favore, abbandonatelo.

La grande, maestosa spiaggia di Rimigliano assiste del tutto indifferente alla  mareggiata dello scorso 20 luglio. Si proccupa molto di più di cosa il Comune ed il Consorzio Balneare Sabbia Etrusca (gestore dei famigerati trattori) stiano studiando, con grande impiego di mezzi (vedi qui), per proteggerla amorosamente e per trovare dove buttare i residui naturali della spiaggia (L'ipotesi di lasciarli stare dove sono, appare infatti scandalosamente troppo economica)

Anche uno sciocco può facilmente rendersi conto che opere di protezione di questa spiaggia e di questa duna dalle mareggiate, sono un'ottima occasione per buttare via inutilmente dei soldi pubblici, e per fare dei grandi danni.

Il problema però, oltre a quello dello spreco di fondi pubblici, è che qualsiasi opera dell'uomo, se non assolutamente e inderogabilmente indispensabile (e qui di certo non lo è), è sicuramente dannosa.
Infatti qualsiasi opera dell'uomo, inevitabilmente finisce SEMPRE (ormai è dimostrato) per deturpare la intatta perfezione del luogo e per vanificarne senza rimedio la naturalità. (vedi qui)

La grande verdeggiante palude retrodunale attraversata dal sentiero n. 7 di accesso al mare, non si accorge neppure della mareggiata, ma si preoccupa di quando inevitabilmente dovrà essere "risanata" per permettere il comodo transito ai clienti dell'Hotel a 4 stelle che sorgerà proprio dall'altro lato della Principessa, nel Podere Contessa Lea.


Eppure il sistema per salvare questi luoghi esiste ed è garantito dalla sua immancabile riuscita nel corso di diecimila anni.
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Il sistema PERFETTO, ECONOMICO, COLLAUDATO, INFALLIBILE, è quello di non fare assolutamente NULLA. Quel Nulla che è sempre stato fatto nei secoli, fino a pochissimi anni fa, quando Rimigliano, divenuto purtroppo pubblico, ha cominciato a essere modificato e "attrezzato".
Siamo ancora in tempo. Cessiamo ogni e qualsiasi intervento e favoriamone, eventualmente,  la naturalizzazione con la sola interdizione al calpestio dei luoghi più delicati e compromessi.
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L'Ente Parchi la smetta di fare interventi disgustosi, deturpando il bosco e  svendendo il Parco naturale per legna da barbecue.
Il Comune si astenga da qualsiasi intervento visibile quantomeno nei 60 metri a partire dalla spiaggia e si dia regole urbanistiche di tutela rigida e assoluta.
Il consorzio Sabbia Etrusca, lasci in pace le palline, eviti tutti quegli inutili e dannosi movimenti di sabbia e non transiti con i trattori lungo il piede della duna, danneggiandolo.
La Provincia vigili maggiormente sulla spiaggia e sul bosco.
La Forestale non permetta i tagli a dirado (mai visti prima in un parco naturale) e che si facciano sottofondi stradali o addirittura asfaltature, all'interno del bosco costiero.
La Soprintendenza non conceda il suo nulla osta a interventi che per definizione sono incompatibili con il rispetto paesaggistico.
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Nessuno: pubblico o privato possa investire più neppure un euro su Rimigliano a mare.
E' un sistema economico che ha splendidamente funzionato per millenni, può funzionare ancora qualche diecina di anni.
Proviamoci.

giovedì 7 luglio 2011

Amministratori di San Vincenzo: dimostrate la vostra buona fede e lungimiranza

Sindaco Biagi
Assessore Bandini
Dirigente Filippi
Architetto Giommoni



Avete sempre sostenuto, nelle premesse del Piano Strutturale, nella campagna elettorale, nelle pubbliche dichiarazioni, nelle interviste e nelle discussioni su facebook,  
Che la meraviglia naturale di  Rimigliano a mare non sarà toccata e che nessuna nuova costruzione sorgerà mai in quel parco.
Che i nostri timori di snaturamento, di denaturalizzazione,  di riduzione di quella meraviglia naturale e selvaggia ad un volgare e comune parco attrezzato, sono del tutto infondati e ingiustificati.
Che la realizzazione nella tenuta di Rimigliano di 180 abitazioni e di un grande albergo a 4 stelle, non comporterà alcuna necessità di realizzare strade di attraversamento del parco a mare e strutture balneari a servizio dei facoltosi proprietari e clienti delle nuove strutture.
Che questi nuovi clienti, come anche i clienti del park Albatros, andranno e continueranno ad andare al mare con le loro gambe, portandosi, ombrelloni, seggiole e provviste, come i cttadini di San Vincenzo hanno sempre fatto e sempre vorrebbero continuare  a fare.
Che non dovremo mai vedere nel Parco Naturale Costiero di Rimigliano ulteriori segni deturpanti e irreversibili della presenza umana: fabbricati vari, spogliatoi, magazzini di ombrelloni, ulteriori inutili e inusate docce od orridi gabinetti, e poi, bar, ristori, impianti di illuminazione, acustici e altre orripilanti trovate.
Che le risposte del Comune alle Osservazioni al PS che erano state presentate dal Park Albatros e da Spinetti, che sembravano preludere alla realizzazione di strutture turistiche e ad organizzazioni dell'uso della spiaggia, non hanno in realtà questi significati e sono state da noi equivocate.
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Noi siamo portati a credervi senza riserve, ma siate voi stessi a dimostrare a tutti la vostra buona fede, anticipando per Rimigliano a mare, due sole norme di attuazione, che superino fra l'altro, l'omissione avvenuta nell'approvazione della variante al R.U. di Rimigliano, dove le norme relative al sottosistema del mare, sono state incredibilmente ed inspiegabilmente stralciate, nonostante che il Piano Strutturale avesse chiaramente decretato l'unicità ed inscindiblità di Rimigliano.
Approvate pertanto nel più breve tempo possibile, una semplice e chiara disciplina per Rimigliano a mare, coerente con le premesse del Piano Strutturale e con le vostre promesse e dichiarazioni, costituita da queste due brevi norme:
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1 -  FASCIA A MARE di RIMIGLIANO (fra la strada della Principessa ed il mare)
Nella fascia a mare di Rimigliano è vietato ogni e qualsiasi intervento che modifichi anche minimamente o temporaneamente, l'aspetto esteriore del luogo.
Sono escluse da questo divieto:
a) le delimitazioni, a minimo impatto ambientale, poste in opera per indirizzare il passaggio verso il mare lungo sentieri predisposti e per delimitare le zone dunali più delicate nelle quali vietare l’accesso ed il calpestio;

b) la pavimentazione leggera, anche rialzata, in legname, percorribile dalle persone disabili, dei sentieri preferenziali di accesso alla spiaggia.
c) la posa temporanea e non organizzata di sedie e ombrelloni nelle sole ore diurne e sul solo arenile.

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2 -  SPIAGGIA di RIMIGLIANO
NON è ammessa alcuna struttura od organizzazione limitativa dell’uso pubblico e indifferenziato della spiaggia di Rimigliano.
In particolare non è ammesso alcun fattore di limitazione e di selezione dell’uso della spiaggia attraverso i meccanismi del mercato balneare, quali le concessioni, gli affitti, le organizzazioni di spiaggia.
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Tutti vi applaudiranno e riconosceranno pubblicamente la vostra buona fede e la vostra lungimiranza.
E più che altro salverete per le future generazioni una meraviglia naturale che (così com'è ora, selvaggia e incontaminata dall'uomo, ma a portata di mano di tutti) è quasi unica in Europa.
Abbiate la saggezza e il coraggio di farlo.
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martedì 5 luglio 2011

Maggio 1973 - La grande illusione



Quotidiano di Domenica 6 maggio 1973
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E' stato istituito a Rimigliano, in provincia di Livorno
Nuovo "parco naturale,, per difendere la bellezza selvaggia della Maremma
Ha il lato più lungo (7 chilometri) sul mare, con una spiaggia pulita - All'interno un bosco e piccole zone d'acqua - Aperti al pubblico 26 ettari (su 650) - Proibito entrare con le auto
(Dal nostro inviato speciale)
Livorno, 5 maggio.
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La cronaca del disastro ecologico che attacca la Penisola si interrompe oggi a San Vincenzo, piccolo paese di 6000 abitanti che vive di turismo balneare. Siamo nella Maremma livornese, a ridosso d'una lunga spiaggia sabbiosa che guarda dritto all'isola Gorgogna e più in là al «dito» della Corsica.
Il paese è tagliato in due dalla via Aurelia e inizia dove finisce la pineta di Cecina; intorno sono nati centri residenziali: «bungalows» tra gli alberi, richiamo per chi, dal Nord, scende lungo il Tirreno per raggiungere Piombino, il traghetto per l'Isola d'Elba. Una situazione ottima per le grosse speculazioni: il prezzo dei terreni è salito di dieci volte negli ultimi dieci anni, arrivando al tetto del 67 mila a metro quadro. E' facile, quindi, immaginare i risultati: distruzioni, disboscamenti, morte delle pinete, scomparsa dì ogni forma di natura.
Ma non è così. In una riunione, semplice e schietta, amministratori locali, rappresentanti della regione Toscana, urbanisti, biologi e tecnici della protezione dell'ambiente, hanno brindato all'istituzione del parco naturale di Rimigliano, il primo di una serie di iniziative dei comuni della zona per un futuro con meno cemento e più spazio vitale per l'uomo e gli animali. Si sono strette le mani, da una parte, i rappresentanti delle amministrazioni social- comuniste di San Vincenzo, Suvereto, Campiglia Marittima e Piombino, quelli della provincia di Livorno e dall'altra parte i responsabili del Fondo mondiale della natura (World Wild lìfe Fund) e «Italia Nostra». Nella saletta delle cerimonie del municipio dì San Vincenzo comunisti e socialisti rappresentavano la volontà politica per una seria iniziativa a favore della natura; i naturalisti della maggiore organizzazione privata d'Europa (presidente il principe Bernardo d'Olanda, vice il principe Filippo di Edinburgo; sede in Svìzzera) significavano l'esperienza nel ramo ecologico.
Dopo la cerimonia è iniziata la visita al parco, che ha come emblema la pigna del «grande pino», tipico della zona. Difendere l'ambiente naturale di Rimigliano era stato l'impegno degli urbanisti che nell'aprile del 1970 avevano ultimato il piano regolatore generale del comune di San Vincenzo. Rimigliano è un parco, gestito in comune col patrocinio del «WWF» e del museo di storia naturale di Livorno, che ha il suo lato più lungo sul mare (7 chilometri) e penetra a punta, all'interno. In tutto si tratta dì 650 ettari: una spiaggia pulita a ridosso di una lussureggiante pineta. Le dune sono ricche di tombolo, la vegetazione bassa che protegge i pini dalla salsedine. All'interno c'è un bosco di querce, lecci e ginepri. In mezzo si aprono radure e piccole zone d'acqua, ciò che resta del grande lago dì Rimigliano, bonificato ai tempi della malaria.
Il lago, per volontà dei comuni interessati, sarà ricostituito: un fatto unico nella storia della protezione della natura in Italia. La visita al parco prosegue lungo le pìccole stradine che tagliano la macchia. Nelle radure sono in fiore gigli selvatici dallo splendido color lilla. «Non ci saranno macchine a disturbare la quiete dei visitatori. Per ora — dice il sindaco di San Vincenzo — abbiamo aperto al pubblico sono una piccola zona di 26 ettari. L'accesso sarà limitato alle zone meno importanti dal punto di vista della flora e della fauna. Rimigliano sarà anche un laboratorio all'aria aperta».
Fabrizio Carbone
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Un'illusione durata quasi quarant'anni, anche se già negli ultimi quindici, i nuovi moderni amministratori democratici (non più i vecchi grezzi sindaci social-comunisti dell'articolo)  ci avevano fatto capire con i piani regolatori, ma anche con le opere e con i fatti, che quella grande illusione, antiquata e non più di moda, stava inesorabilmente tramontando e che presto avremmo dovuto dire addio ad ogni speranza di vederla realizzata.
Ormai Rimigliano est è praticamente  finito, e, quello che più conta,  Rimigliano a mare, già abbondantemente mutilato (dei 7 chilometri ne sono rimasti 5,5) e già in parte compromesso, ha ancora solo tre o quattro anni di sopravvivenza come parco naturale e spiaggia pubblica e libera.  
La nostra generazione ha avuto la fortuna di essere stata l'ultima ad aver potuto godere di una meraviglia naturale unica. I nostri figli e nipoti saranno i primi, dopo migliaia di anni, ad essere privati di questa inestimabile fortuna.
Per qualche inderogabile interesse pubblico?
No!
Sicuramente per l'umana insipienza, cecità e dabbenaggine degli amministratori, e per la colpevole inerzia e pigro egoismo dei cittadini.
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PS - Dall'epoca nella quale è stato scritto questo post, l'insipienza tecnico-politica della macchina comunale e il crollo del mercato immobiliare hanno per ora sospeso quel tentativo di definitiva soppressione del Parco, con un insperata proroga che tutti speriamo davvero che possa prolungarsi senza fine.
Un grande vecchio sindaco comunista di San Vincenzo



Rimigliano nel 1821 - Dall'Osteria del Serristori, la Torre di marmo, il Forte di San Vincenzio, lungo la Strada Regia, la Capanna dei Cavalleggeri, il grande Lago, la Torre Nuova  fino a Poggio al Mulino,  (i particolari in scala maggiore qui)

lunedì 4 luglio 2011

Rimigliano a mare: Oasi naturale WWF

Andrea Filippi cedendo, in un tardo pomeriggio domenicale, ad un’ insolita e senz’altro apprezzabile voglia di confronto e discussione, è intervenuto con un botta e risposta su Facebook (vedi) sulla questione Rimigliano.
Filippi ha sostanzialmente detto: La storia di Rimigliano è complessa, le scelte fatte sono state dettate dal pubblico interesse, c’è stato qualche indispensabile compromesso, ma i vostri timori sono del tutto infondati. Gli scenari che disegnate sono inutilmente allarmistici, infondati, contrari alla realtà, quasi terroristici. Anche se poi non ha potuto negare il fatto che il Piano Strutturale preveda la possibilità per il Comune di costruire infrastrutture viarie (strade), e anche "punti di ristoro e servizi pubblici nel parco a mare vicino alla spiaggia" così come (letteralmente) aveva positivamente risposto il Comune alla richiesta contenuta nell'osservazione Albatros,  e che tali strutture possano essere date in concessione ai privati.

Con calma e con una maggiore accuratezza che un botta e risposta, con accavallamenti di risposte contemporanee ovviamente non consente, si spiegano di seguito molto pacatamente le nostre perplessità storiche e le ragioni razionali dei nostri timori.

Innazitutto riesaminiamo il caso dell’istituzione del grande parco di Rimigliano nel 1973, il cui successivo smantellamento è attribuito da Filippi al costo degli espropri.

Parte Prima
Rinunzia al grande parco di Rimigliano (la grande illusione del 1973) causata sostanzialmente dal costo insostenibile degli espropri.

Le gravi riserve su tale giustificazione qui sono assai semplici. Elementari direi.
Che bisogno c’era di espropriare Rimigliano in genere e Rimigliano a mare in particolare?
Proprio nessuna. Era perfetto così com’era nel 1973.
La grande fortuna di quel litorale, fin quando non è stato acquisito dal Comune, è stata infatti questa rarissima e irripetibile tripla circostanza:

1) Appartenenza del parco ad un privato

2) Terreno rigidamente vincolato a parco.

3) Insolita morfologia del terreno con confini indifendibili

Il vincolo impediva al privato qualsiasi edificazione o sfruttamento commerciale di alcun tipo
La morfologia stretta e allungatissima fra strada pubblica e arenile pubblico scoraggiava recinzioni enormemente estese costosissime e indifendibili.
La mancanza di qualsiasi possibile profitto e le spese insostenibili di manutenzione, obbligavano in pratica il privato a lasciare il parco a mare completamente abbandonato al suo stato selvaggio.

Grazie a questa miracolosa convergenza di circostanze, San Vincenzo disponeva GRATUITAMENTE di un parco (di uso pubblico ormai acquisito), costituito da un ambiente selvaggio e incontaminato.

Troppo bello per essere vero.
Difatti, dopo qualche anno, gli amministratori (forse per dimostrare di esistere) si sono messi in testa di espropriare il parco per acquisirlo in proprietà comunale.
E lì sono cominciati i guai. Che continuano e si aggravano di anno in anno.

Infatti oltre a dover soggiaciere ad un sacco di compromessi con la proprietà per abbattere i costi di esproprio, il Comune e l'Ente Parchi si sono purtroppo messi a "riqualificare" un ambiente che aveva bisogno solamente di essere lasciato in pace nel suo stato di miracoloso abbandono. Quindi: Lavori a ripetizione, Adeguamenti, Attrezzature, Servizi, ecc. ecc.
1) Immediata mutilazione del Parco con “l’attrezzatura” sia del bosco che del litorale per dare adeguati servizi al Garden Club e alla Riva dei Cavalleggeri.
2) Varie infrastrutture sorte qua e là, del tutto inutili e non richieste dai cittadini, con la sola eccezione dei percorsi accessibili ai disabili.
3) Taglio commerciale/criminale del bosco (ricavo 6.600 denari) dall’ingresso 1 all’ingresso 5 (podere Walfredo) con completo snaturamento del parco, sterminio del sottobosco di macchia mediterranea e cacciata di tutti gli animali selvatici.
4) Prossimo taglio a raso (davvero incredibile) di tutto il sottobosco del parco, enunciato dal sig. Sbrilli, per impedire l’infrattamento degli scambisti sporcaccioni (vedi articolo sul Tirreno del 2 luglio scorso)
5) Di quello che temiamo avverà fra un po', diremo in seguito.

A questo Punto, chiarito quale tremendo errore sia stata l’acquisizione del Parco alla proprietà comunale, ripetiamo la nostra proposta che permetterebbe di ripristinare (lentamente) la naturalità perduta del parco a mare e sgraverebbe il Comune da gravosi oneri di manutenzione.

Il Comune DONI il parco a mare al WWF che dovrebbe gestirlo come oasi naturale (tipo Capalbio Burano) con il solo obbligo di consentirne l’uso pubblico (con regole) di parte del bosco e l’accesso libero, lungo sentieri delimitati, alla spiaggia.
Faccia salve le sole strutture esistenti e nel R.U. vieti esplicitamente "ogni e qualsiasi intervento che modifichi anche minimamente o temporaneamente, l'aspetto esteriore del luogo".

Senza alcuna spesa per l’Ente Pubblico (Comune e Parchi) si risolverà ogni problema naturalistico e finanziario e Rimigliano a Mare ritornerà ad essere e rimarrà per sempre, quella meraviglia naturale che era fino a pochi anni fa.