domenica 27 gennaio 2008

Rimigliano - Come distruggere un ambiente unico che era rimasto inviolato per millenni . PALIZZATE e DISCARICHE

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PARCO NATURALE COSTIERO di RIMIGLIANO
ZONA PUBBLICA - AREA PROTETTA
DEVASTAZIONI PALIZZATE e DISCARICHE
Il Parco costiero di Rimigliano è uno dei rarissimi tratti di costa sabbiosa del nostro paese rimasto, per una profondità di 250 metri, miracolosamente inviolato per millenni. Le deturpanti opere di abbellimento e "protezione" che da poco più di un anno sono state intraprese anche nella zona pubblica, ancora libera da concessioni a privati, stanno già irreversibilmente distruggendo e sfigurando quell'aspetto naturale e inviolato che costituisce la principale suggestione di un ambiente unico, aspetto che si era conservato da sempre, grazie proprio alla mancanza di qualsiasi intervento umano. Ormai il tratto di costa fino al Botro ai Marmi è quasi del tutto artificializzato. Si teme che il programma per i prossimi anni sia quello di proseguire gradualmente con la palificazione e spianamento del tratto costiero fino alla via del Lago, in modo da rendere quasi naturale e consequenziale la Concessione delle spiaggie ai nuovi insediamenti di Rimigliano.
1 - Nella zona fra la Concessione del Garden Club e la foce del Botro ai Marmi. E' stata realizzata ed ogni anno viene ampliata una altissima palizzata (mt. 2-2,40) in stile fra Fort Alamo e Guantanamo, orribile e minacciosa, che deturpa la duna e la sua vegetazione e ne impedisce la vista. Sono state completamente distrutte quelle radure sabbiose antedunali (vedi), così belle e caratteristiche di questo tratto di costa. Proprio quelle radure sono diventate la discarica di tutti i rifiuti raccolti con i trattori sulla spiaggia, e sono così sparite ricoperte di materiale di ogni tipo, misto a sabbia, e rifinite in superficie con uno strato di palline. Qui sotto si può notare sulla destra il cumulo di rifiuti che ha coperto la preesistente e naturale radura sabbiosa, chiudendo ed affogando anche il bosco retrostante (vedi foto) con una discarica a cui la palizzata fa da diga. 2 - Qui sotto l'attuale punto di avanzamento della muraglia Comunale. La spiaggia è lunghissima e come si vede, non esiste alcun fenomeno di erosione. Dietro i pali si intavede la caratteristica radura antedunale (vedi) in procinto di sparire per sempre. L'anno prossimo sarà stata riempita fino al filo superiore della palizzata, con cumuli di rifiuti di ogni genere che sommergeranno parzialmente anche il bosco retrostante. Poi i rifiuti saranno coperti con sabbia e palline e si procederà a piantare altri cento metri di palizzata, lasciandosi alle spalle una spiaggia violentata e deturpata per sempre. (In spregio a tutte le norme e linee guida che regolano le opere di protezione delle dune costiere)
I responsabili di questo scempio penseranno forse nella loro incoscienza di passare alla Storia con un opera monumentale visibile dal mare, che durerà nei secoli a loro imperitura gloria. Sappiano che stanno commettendo un vero e proprio delitto contro il bene più prezioso posseduto dalla loro comunità. Un delitto del tutto assurdo e incomprensibile. In quel tratto infatti la spiaggia è lunghissima e non c'è alcun problema di erosione; la vera duna è assai arretrata e preceduta dalla scarpata mobile della spiaggia e dalle radure naturali di guardia.
Se qualcuno dovesse sostenere che le palizzate e le discariche servono a combattere l'erosione, sarebbe un'affermazione palesemente falsa. Le radure antedunali non sono un effetto dell'erosione, ma fanno parte della normale morfologia di questo tipo di litorale, ed anzi ne costituiscono uno degli elementi caratteristici e naturalisticamente più pregiati (vedi). Chi, per trovare ad ogni costo dei lavori da fare, dovesse affermare una simile sciocchezza si guardi la serie delle fotografie aeree di Rimigliano degli ultimi venti anni e vedrà che sla il bordo interno della spiaggia che le radure antedunali sono rimaste praticamente immutate. Si guardi le larghissime spiaggie a nord di San Vincenzo dove l'erosione non è certo ipotizzabile e nonostante questo ricche di belle e ancor più numerosi radure (vedi). Il Comune di Castagneto non si sogna certo di colmarle di discariche. Come mai? è meno furbo di San Vincenzo? L'altezza della palizzata poi è addirittura demenziale e ne denunzia il vero scopo (quello di contenimento del materiale di discarica). Basti pensare che anche i privati come Riva degli Etruschi e il Garden Club hanno realizzato muretti e palizzate non più alti di 50-60 cm, rendendosi conto dell'assoluta inutilità e dell'effetto deturpante di altezze maggiori. Solamente gli ultimissimi interventi nella zona Mariva e Riva dei Cavalleggeri hanno preso esempio dal Pubblico, aumentando le altezze delle palizzate fino ad oltre 2 metri.
DEVASTAZIONE AGGRAVATA E CONTINUATA
3 - Al di sopra alla discarica, tre metri più in alto del terreno naturale preesistente, con il bosco naturale affogato dal materiale salmastro. Pensate se qualcuno facesse un'opera simile nel Parco dell'Uccellina.............. Follia pura.
4 - All'interno - La discarica sommerge il bosco con i suoi rifiuti - In nessun parco naturale al mondo si avrebbe il coraggio di fare una cosa simile. Semplicemente demenziale.
5 - Il bosco affogato dai rifiuti e dalla sabbia - Pensare che fino a due anni fa questo era un bellissimo sentiero che sbucava fra i cespugli costieri e poi sulla spiaggia. Guardate come l'hanno ridotto. Non ci sono parole che possano esprimere la pena che si prova.
6 - Altra discarica "in progress"
CARTELLO dei Lavori - Potete apprezzare la suprema sfacciataggine della dizione "ripristino duna". Il dizionario Devoto-Oli riporta la seguente definizione: Ripristino: ricostituzione dell'aspetto o della forma primitiva. Bene: dopo avere visto la documentazione fotografica dell'opera, qualcuno può forse sostenere che la duna e il bosco siano stati ripristinati, sia stato cioè ricostituito il loro aspetto primitivo? Ma davvero è possibile che tutto questo disastro sia stato autorizzato dalla Forestale? dalla Soprintendenza? dalla Provincia? dall' Ente Parco, se esiste? E, se veramente lo è stato, nel progetto presentato era stato davvero previsto tutto quanto poi effettivamente eseguito?
Mappa delle Palizzate e delle Discariche - Punto. 1 (foto 6) Discarica in corso di riempimento. Punto. 2 (foto 1, 3, 4, 5). Discarica esaurita con bosco sommerso. Punto. 3 (foto 2, 7) Attuale avanzamento della palizzata con le radure costiere ed il bosco retrostante destinati ad essere sepolti dai rifiuti. Che si tratti di un'opera inutile stupida orrenda e devastante è sotto gli occhi di tutti, senza bisogno di alcuna spiegazione. Tuttavia, nel caso che davvero qualcuno avesse ancora la faccia tosta di tirare fuori la famosa erosione, è bene chiarire che l'opera è del tutto inutile anche dal solo punto di vista tecnico. La spiaggia in quel tratto è assai lunga e protetta da una formazione di scogli semisommersi in corrispondenza della battigia. Anche in occasione delle mareggiate l'acqua non arriva a bagnare la palizzata. In ogni caso lo scalino naturale, di forma e altezza variabile, che delimita la spiaggia verso l'interno, non è la famosa duna di cui si sbandiera ai quattro venti la volontà di protezione. E' invece il bordo mobile naturale della spiaggia che sotto l'azione, prevalentemente dell'acqua nelle spiaggie corte, e prevalentemente del vento nelle spiaggie più lunghe come la nostra, si modifica continuamente alzandosi e abbassandosi, avanzando o retrocedendo con una regolarità sostanziale sul medio periodo (vedi). Sul portale Geoscopio della Regione Toscana sono disponibili on line le ortofoto dal 1996 ad oggi che provano la sostanziale invarianza ultradecennale del confine interno della spiaggia, pur in presenza di periodiche e a volte anche decise modifiche della linea di battigia (vedi ad esempio). La duna costiera è sempre abbastanza arretrata da questa linea (il colmo della duna dista in media dai dieci ai venti metri dalla spiaggia) e, almeno a Rimigliano non corre sostanziali pericoli se non quelli dovuti all'opera dell'uomo. (1)
Va infine detto che, se per puro assurdo, la palizzata fosse in grado di aiutare la duna a difendersi (e non lo è) sarebbe comunque un rimedio evidentemente peggiore del male, perché capace di distruggere ogni valore del bene che intende proteggere. Sarebbe come se, per rimediare al distacco di qualche tratto di un bellissimo intonaco affrescato, gli si colasse addosso un getto di cemento armato. Di sicuro l'intonaco sarebbe consolidato, ma l'affresco che si intendeva preservare sarebbe perduto per sempre.
(1) Danni alla duna dovuti all'opera dell'uomo: A) Calpestio dei bagnanti nei mesi estivi: provoca essenzialmente l'abbassamento dei sentieri di penetrazione, ma va detto che il danno è puntiforme e localizzato dal momento che i sentieri sono ortogonali rispetto alla duna e distanziati di 70/100 metri l'uno dall'altro. Quindi, volendo, non sarebbe troppo complicato riportare un po' di sabbia dove occorre e provvedere alla protezione dei sentieri (solo in corrispondenza dell'attraversamento della duna) con piccole passatoie in stecche di legno e delimitare con manufatti leggeri e naturali le zone antedunali più delicate, vietandone l'accesso ed il calpestio. B) Scavo con ruspe per la realizzazione delle strade di accesso alle spiaggie in concessione e per la localizzazione di docce, casette e depositi: Si tratta di opere ovviamente devastanti ed irreversibili che però nessuno trova il coraggio di proibire. C) Passaggio continuo di mega trattori sulla spiaggia. Ovviamente dannoso per la naturale ricostituzione della fascia antedunale, ma anch'esso impossibile (non si sa perché) da vietare - Asportazione nei mesi invernali delle alghe e delle palline. Del tutto inutile, anzi dannoso e incomprensibile - Scavo di centinaia di metri cubi di sabbia dall'arenile per colmare il dietro delle palizzate: Si tratta di attività di dubbia (molto dubbia) liceità e comunque dannosissime per la spiaggia e per lo scalino antedunale. Fra l'altro le linee guida della Provincia di Livorno (2) per i lavori da eseguire sugli arenili (per ogni intervento con mezzi meccanici ci vorrebbe anche una domanda alla Provincia, figuriamoci...) prescrivono di non intervenire con mezzi meccanici se non in caso di assoluta necessità turistica e comunque di non asportare (salvo che in stagione e nei bagni) i residui naturali e la poseidonia, ma semmai di accumularli sul bordo interno della spiaggia, in mucchi longitudinali davanti allo scalino antedunale a sua protezione, senza mai invadere le radure dove la vegetazione tenta di attecchire. A San Vincenzo delle linee guida della Provincia se ne fregano proprio. Però vorrebbero i finanziamenti per i lavori sull'arenile. Preghiamo tutti che non arrivino mai.
(2) Provincia di Livorno
Linee Guida “Gestione Integrata della Posidonia oceanica” (pag.29)
novembre 2006

ASSESSORATO ALLA DIFESA SUOLO E COSTE
Unità di Servizio“Pianificazione, Difesa del Suolo e delle Coste”
Unità Organizzativa “Risorse marine e Georisorse”
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Pagina 29 ........La movimentazione all’interno della spiaggia deve far riferimento alla morfologia della duna retrostante la spiaggia. Il punto migliore dove spostare la biomassa è rappresentato dal “punto di massima espansione dell’onda” che rappresenta il limite a terra per la diffusione delle biomasse vegetali. La movimentazione su tale limite ha il vantaggio di favorire la stabilizzazione dell’anteduna che opera un’azione di protezione, accrescimento e di stabilizzazione del retrostante cordone dunale. In caso di mare calmo, infatti, la presenza della posidonia favorirà la costituzione del cordone dunale e la ricolonizzazione del limite a mare da parte delle piante pioniere, mentre in caso di forti mareggiate le onde non si infrangeranno direttamente sulla duna ma sulle foglie accumulate favorendone di nuovo il trasporto a mare. Le biomasse vegetali non devono essere spostate direttamente nella zona mobile o fissa della duna perché provocherebbero il soffocamento delle specie erbacee psammofile antidunali e le specie arbustive ed arboree delle dune fisse. Tali attività non necessitano di autorizzazioni ai sensi della normativa sui rifiuti o della legge sulla movimentazione di materiali in ambiente marino e in zone ad esso contigue (LRT19/03), ma devono essere comunicate alla Provincia di Livorno - Unità di Servizio “Pianificazione, Difesa del suolo e delle coste”, per le competenze in materia di difesa della costa e acquisire il parere dell’Unità di Servizio “Tutela dell’Ambiente”.

7 - Si osservi come vengono rispettate le linee guida: piante troncate senza pietà per far posto ai pali. Ma che importa? tanto nel giro di qualche mese, tutta la vegetazione dello scalino antedunale sarà stata ricoperta da rifiuti e sigillata con sabbia e palline, fino al filo superiore della palizzata. Le Linee Guida della Provincia, ignorate. Tutta la letteratura e gli studi sulla conservazione e protezione delle dune costiere, trascurati. Le uniche norme applicate saranno quelle della realizzazione, gestione, bonifica e mascheramento delle discariche.
Del "parco naturale" sulla spiaggia e nei primi dieci.venti metri, non rimarrà più traccia. Quel meraviglioso, rarissimo, prezioso aspetto ambientale originario, che si era conservato immutato per secoli, sarà perduto per sempre.


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LE TECNICHE DEI PRIVATI (tutte debitamente autorizzate da chi di dovere)
Illustreremo di seguito i diversi stili con i quali i privati (Le più prestigiose strutture turistiche alberghiere del paese) curano e abbelliscono la duna costiera e la sua vegetazione che si protende sulla spiaggia. Sicuramente la caratteristica paesaggistica più unica e preziosa di San Vincenzo.
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Zona MARIVA - Palizzata altezza mt. 1,50 - 2,00,
finemente rifinita in stile "Vlad l'impalatore" (Ingrandisci l'immagine per apprezzare la finezza dell'intervento).
La precedente palizzata realizzata un anno e mezzo fa e che ha dato il via alla moda dei fortini, non va già più bene, troppo bassa, tronchi troppo minuti, ci vogliono ceppi secolari.

- - - - - - - -Zona RIVA degli ETRUSCHI - Muretto rustico basso e passeggiata in muratura. Va detto che in questo caso oltre al fatto di appartenere ad un privato, la struttura è stata realizzata negli anni Sessanta, al tempo del sacco di Roma, e che quindi tutto sommato è andata anche troppo bene. Certo quelle agghiaccianti ringhiere in acciaio inox, Mr. Lazzi poteva risparmiarcele. Di certo tutti vorremmo conoscere il funzionario della Soprintendenza che le ha approvate.

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Zona RIVA dei CAVALLEGGERI - L'intervento, recentissimo, è stato curato personalmente da Attila che ha voluto (giustamente) prevedere la possibilità di accedere alla spiaggia anche con i SUV.
Esattamente da questo punto inizia (confine nord)
l'Area costiera "protetta" di Rimigliano !!
Come inizio di protezione è tutto un programma, non c'è che dire. Gli ingenui chiedono a Comune e Soprintendenza: nelle aree con il solo vincolo paesaggistico costiero, ma non incluse in parco protetto come questa, cos'è che si può fare di più e di peggio di questo intervento (vedi)? Usare le mine da cava? Il napalm? - - - - - - -
Zona GARDEN CLUB - l'intervento risale a circa un decennio, le stecconate fortunatamente sono basse, ma ogni anno viene arricchito, ampliato e appesantito con nuovi manufatti e impianti, nuove palizzatine, nuove pavimentazioni.

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