domenica 13 gennaio 2008

Zona Nord del Parco Naturale Costiero di Rimigliano - Ogni anno nuove opere di urbanizzazione - Ormai è ridotto ad uno squallido giardinetto pubblico

Se la Protezione è questa, per carità, smettete di proteggerla!Il confine nord dell'area protetta di Rimigliano coincide esattamente con il confine sud di Riva degli Etruschi. Fino a non molti anni fa, da quel punto, iniziava il bosco naturale completamente intatto, che proseguiva fino alla Torraccia, con la sola interruzione della villa Cavalleggeri. Poi, al di la della Principessa, arrivarono Riva dei Cavalleggeri e il Garden Club. Gli amministratori giurarono che la fascia costiera del bosco non sarebbe stata compromessa: appena un paio di sentieri di accesso al mare e nulla più.


Si cominciò dal sottopasso coi suoi bei muroni in cemento armato, i sentieri si moltiplicarono con gli anni, furono allargati e poi lastricati. Nacquero i primi chioschetti di legno che piano piano si moltiplicarono e si ingrandirono fino a diventare grandi costruzioni fornite di ogni accessorio. Arrivò il campo per il tiro all'arco, le staccionate, le reti, i cancelli.

All'interno (piano piano, anno per anno, senza parere) il sottobosco fu spianato, gli alberi diradati, potati, spalcati e ornati con gli allegri cartelli pubblicitari dei gelati direttamente inchiodati sui tronchi. Infine (sempre piano piano, senza furia) la duna fu sbancata in più punti con le ruspe, le strade allargate sempre più, pavimentate, illuminate con lampioni, circondate da graziose palizzate country tipo vecchio west.
La spiaggia in concessione di distinse fra tutte le altre della Toscana, adottando al posto delle sdraio degli orripilanti lettoni realizzati con un'agghiacciante plastica bianca. La duna fu confinata con una sgangherata palizzata ed un marciapiede in mattonelle di rizzata di ghiaia.

Sorsero discariche costiere (autorizzate ?) confinate da muraglie cinesi, che ricoprirono splendide radure e distrussero la bassa vegetazione spontanea della fascia antedunale.
Sorsero depositi di windsurf in stile californianoCostruzioni post moderne proliferarono nella duna

La duna iniziò ad essere confinata da orribili palizzate che ogni anno si allungano inesorabili deturpando irreparabilmente un ambiente naturale intatto da secoli. Oltretutto le palizzate vengono costruite in zone della spiaggia dove la duna dista dal mare oltre 30 metri e non è affatto soggetta ad erosione. In effetti la funzione delle palizzate è, in un primo momento, quella di discarica dei rifiuti della spiaggia, quindi, una volta riempite, quella di protezione dei sempre più estesi marciapiedi.

Oggi (a stare ai cartelli) l'area risulta sempre protetta dalla Regione Toscana, dalla Soprintendenza e naturalmente e sopratutto dal Comune, ma in tutto il tratto che va da Riva degli Etruschi fino al Botro ai Marmi, quello che era un intatto bellissimo parco naturale costiero è diventato una tristissima parodia di bosco, diradato e pesticciato, e la spiaggia e la duna non hanno più nulla di naturale.
La foto dei manufatti e delle attrezzature, sia del Garden Club che della spiaggia dei cani, dovrebbero essere pubblicate sui manuali come esempi esaustivi di cosa non fare nelle aree protette in genere ed in quelle dal valore unico come Rimigliano, in particolare. Al contrario costituiscono solamente l'esempio (in piccolo) di quello che aspetta il tratto costiero che va dalla villa Cavalleggeri fino alla via del Lago, non appena prenderà forma l'insediamento che il Comune intende autorizzare a Rimigliano. 250 appartamenti, 200 camere d'abergo, oltre a un numero inprecisabile, ma sicuramente esorbitante di attività commerciali e di pertinenze di ogni tipo. Sulla spiaggia si dovrà trovere il posto ad oltre 400 ombrelloni, 400 lettini, 800 sdraio, 20 pedalò, 3 catamarani, gruppi doccia coperti, depositi dei wind surf, casette per i bagnini, oltre naturalmente a chilometri di marciapiedi e stecconate a parare quella duna costiera così irregolare e francamente impresentabile per una moderna e prestigiosa stazione turistica in procinto di ottenere la certificazione ambientale. A quello che succederà nel bosco: (strade, stradine, stradette, edifici per il ristoro degli affamati ed assetati, cartelli dei gelati, batterie di servizi igienici, con scarichi ecologici però) meglio non pensarci nemmeno, altrimenti ci prende la depressione. Il tutto facendo a cazzotti con le altre 2000 famiglie che in estate assaltano Rimigliano alla disperata ricerca di un parcheggio e di un posto in spiaggia, ma che almeno si accontentano, anzi, sono proprio contente che il luogo non somigli affatto a Rimini. Sarà di certo la fine di Rimigliano e forse anche di San Vincenzo. Ma di che ci lamentiamo? E' il progresso bellezza, e noi non possiamo farci niente. Niente !!
Foce del Botro ai Marmi - Spiaggia dei cani - attrezzata: di tutto punto.
Dopo una bella sciata, Vin Brulé per tutti - Reclame! (tutti prodotti naturali però)
Precedentemente (2004-2006) il luogo è stato a lungo il campo di esercitazione di burloni esperti in idraulica marina, che con gran lavorio di tecnici, operai, ruspe, tubazioni in acciaio e macigni in pietra di zavorra hanno provato, per almeno tre volte, a intubare la foce del Botro ai Marmi. Forse per poter togliere il divieto di balneazione. Naturalmente, trattandosi di dilettanti, il mare si è sempre allegramente divertito nel giro di qualche settimana a disseppellire le tubazioni interrate alla meglio, e ad annodarle come fossero spaghi. E' stato un training un po' costoso, ma ora i protagonisti sanno esattamente tutto quello che NON va fatto per intubare un fosso. Attualmente ogni notte, tranci di tubo dall'aspetto sofferente emergono dalla sabbia come zombie, per poi scomparire tristemente al primo levare del sole.

In compenso il mare è tornato balneabile, grazie alla scomparsa dei cartelli di divieto. Il puzzo però è rimasto. Se siete interessati ai rottami metallici provate a scavare dietro la palizzata di cui alla quarta foto di questo post. Avrete delle sorprese. Rugginose.

1 commento:

Anonimo ha detto...

è vero fra qualche mese arrivano con i tuboni tentano di imbrigliare l'acqua mefitica per il periodo estivo e poi alla prima mareggiata salta tutto e i tuboni restano qua e là