domenica 27 gennaio 2008

Rimigliano - Come distruggere un ambiente unico che era rimasto inviolato per millenni . PALIZZATE e DISCARICHE

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PARCO NATURALE COSTIERO di RIMIGLIANO
ZONA PUBBLICA - AREA PROTETTA
DEVASTAZIONI PALIZZATE e DISCARICHE
Il Parco costiero di Rimigliano è uno dei rarissimi tratti di costa sabbiosa del nostro paese rimasto, per una profondità di 250 metri, miracolosamente inviolato per millenni. Le deturpanti opere di abbellimento e "protezione" che da poco più di un anno sono state intraprese anche nella zona pubblica, ancora libera da concessioni a privati, stanno già irreversibilmente distruggendo e sfigurando quell'aspetto naturale e inviolato che costituisce la principale suggestione di un ambiente unico, aspetto che si era conservato da sempre, grazie proprio alla mancanza di qualsiasi intervento umano. Ormai il tratto di costa fino al Botro ai Marmi è quasi del tutto artificializzato. Si teme che il programma per i prossimi anni sia quello di proseguire gradualmente con la palificazione e spianamento del tratto costiero fino alla via del Lago, in modo da rendere quasi naturale e consequenziale la Concessione delle spiaggie ai nuovi insediamenti di Rimigliano.
1 - Nella zona fra la Concessione del Garden Club e la foce del Botro ai Marmi. E' stata realizzata ed ogni anno viene ampliata una altissima palizzata (mt. 2-2,40) in stile fra Fort Alamo e Guantanamo, orribile e minacciosa, che deturpa la duna e la sua vegetazione e ne impedisce la vista. Sono state completamente distrutte quelle radure sabbiose antedunali (vedi), così belle e caratteristiche di questo tratto di costa. Proprio quelle radure sono diventate la discarica di tutti i rifiuti raccolti con i trattori sulla spiaggia, e sono così sparite ricoperte di materiale di ogni tipo, misto a sabbia, e rifinite in superficie con uno strato di palline. Qui sotto si può notare sulla destra il cumulo di rifiuti che ha coperto la preesistente e naturale radura sabbiosa, chiudendo ed affogando anche il bosco retrostante (vedi foto) con una discarica a cui la palizzata fa da diga. 2 - Qui sotto l'attuale punto di avanzamento della muraglia Comunale. La spiaggia è lunghissima e come si vede, non esiste alcun fenomeno di erosione. Dietro i pali si intavede la caratteristica radura antedunale (vedi) in procinto di sparire per sempre. L'anno prossimo sarà stata riempita fino al filo superiore della palizzata, con cumuli di rifiuti di ogni genere che sommergeranno parzialmente anche il bosco retrostante. Poi i rifiuti saranno coperti con sabbia e palline e si procederà a piantare altri cento metri di palizzata, lasciandosi alle spalle una spiaggia violentata e deturpata per sempre. (In spregio a tutte le norme e linee guida che regolano le opere di protezione delle dune costiere)
I responsabili di questo scempio penseranno forse nella loro incoscienza di passare alla Storia con un opera monumentale visibile dal mare, che durerà nei secoli a loro imperitura gloria. Sappiano che stanno commettendo un vero e proprio delitto contro il bene più prezioso posseduto dalla loro comunità. Un delitto del tutto assurdo e incomprensibile. In quel tratto infatti la spiaggia è lunghissima e non c'è alcun problema di erosione; la vera duna è assai arretrata e preceduta dalla scarpata mobile della spiaggia e dalle radure naturali di guardia.
Se qualcuno dovesse sostenere che le palizzate e le discariche servono a combattere l'erosione, sarebbe un'affermazione palesemente falsa. Le radure antedunali non sono un effetto dell'erosione, ma fanno parte della normale morfologia di questo tipo di litorale, ed anzi ne costituiscono uno degli elementi caratteristici e naturalisticamente più pregiati (vedi). Chi, per trovare ad ogni costo dei lavori da fare, dovesse affermare una simile sciocchezza si guardi la serie delle fotografie aeree di Rimigliano degli ultimi venti anni e vedrà che sla il bordo interno della spiaggia che le radure antedunali sono rimaste praticamente immutate. Si guardi le larghissime spiaggie a nord di San Vincenzo dove l'erosione non è certo ipotizzabile e nonostante questo ricche di belle e ancor più numerosi radure (vedi). Il Comune di Castagneto non si sogna certo di colmarle di discariche. Come mai? è meno furbo di San Vincenzo? L'altezza della palizzata poi è addirittura demenziale e ne denunzia il vero scopo (quello di contenimento del materiale di discarica). Basti pensare che anche i privati come Riva degli Etruschi e il Garden Club hanno realizzato muretti e palizzate non più alti di 50-60 cm, rendendosi conto dell'assoluta inutilità e dell'effetto deturpante di altezze maggiori. Solamente gli ultimissimi interventi nella zona Mariva e Riva dei Cavalleggeri hanno preso esempio dal Pubblico, aumentando le altezze delle palizzate fino ad oltre 2 metri.
DEVASTAZIONE AGGRAVATA E CONTINUATA
3 - Al di sopra alla discarica, tre metri più in alto del terreno naturale preesistente, con il bosco naturale affogato dal materiale salmastro. Pensate se qualcuno facesse un'opera simile nel Parco dell'Uccellina.............. Follia pura.
4 - All'interno - La discarica sommerge il bosco con i suoi rifiuti - In nessun parco naturale al mondo si avrebbe il coraggio di fare una cosa simile. Semplicemente demenziale.
5 - Il bosco affogato dai rifiuti e dalla sabbia - Pensare che fino a due anni fa questo era un bellissimo sentiero che sbucava fra i cespugli costieri e poi sulla spiaggia. Guardate come l'hanno ridotto. Non ci sono parole che possano esprimere la pena che si prova.
6 - Altra discarica "in progress"
CARTELLO dei Lavori - Potete apprezzare la suprema sfacciataggine della dizione "ripristino duna". Il dizionario Devoto-Oli riporta la seguente definizione: Ripristino: ricostituzione dell'aspetto o della forma primitiva. Bene: dopo avere visto la documentazione fotografica dell'opera, qualcuno può forse sostenere che la duna e il bosco siano stati ripristinati, sia stato cioè ricostituito il loro aspetto primitivo? Ma davvero è possibile che tutto questo disastro sia stato autorizzato dalla Forestale? dalla Soprintendenza? dalla Provincia? dall' Ente Parco, se esiste? E, se veramente lo è stato, nel progetto presentato era stato davvero previsto tutto quanto poi effettivamente eseguito?
Mappa delle Palizzate e delle Discariche - Punto. 1 (foto 6) Discarica in corso di riempimento. Punto. 2 (foto 1, 3, 4, 5). Discarica esaurita con bosco sommerso. Punto. 3 (foto 2, 7) Attuale avanzamento della palizzata con le radure costiere ed il bosco retrostante destinati ad essere sepolti dai rifiuti. Che si tratti di un'opera inutile stupida orrenda e devastante è sotto gli occhi di tutti, senza bisogno di alcuna spiegazione. Tuttavia, nel caso che davvero qualcuno avesse ancora la faccia tosta di tirare fuori la famosa erosione, è bene chiarire che l'opera è del tutto inutile anche dal solo punto di vista tecnico. La spiaggia in quel tratto è assai lunga e protetta da una formazione di scogli semisommersi in corrispondenza della battigia. Anche in occasione delle mareggiate l'acqua non arriva a bagnare la palizzata. In ogni caso lo scalino naturale, di forma e altezza variabile, che delimita la spiaggia verso l'interno, non è la famosa duna di cui si sbandiera ai quattro venti la volontà di protezione. E' invece il bordo mobile naturale della spiaggia che sotto l'azione, prevalentemente dell'acqua nelle spiaggie corte, e prevalentemente del vento nelle spiaggie più lunghe come la nostra, si modifica continuamente alzandosi e abbassandosi, avanzando o retrocedendo con una regolarità sostanziale sul medio periodo (vedi). Sul portale Geoscopio della Regione Toscana sono disponibili on line le ortofoto dal 1996 ad oggi che provano la sostanziale invarianza ultradecennale del confine interno della spiaggia, pur in presenza di periodiche e a volte anche decise modifiche della linea di battigia (vedi ad esempio). La duna costiera è sempre abbastanza arretrata da questa linea (il colmo della duna dista in media dai dieci ai venti metri dalla spiaggia) e, almeno a Rimigliano non corre sostanziali pericoli se non quelli dovuti all'opera dell'uomo. (1)
Va infine detto che, se per puro assurdo, la palizzata fosse in grado di aiutare la duna a difendersi (e non lo è) sarebbe comunque un rimedio evidentemente peggiore del male, perché capace di distruggere ogni valore del bene che intende proteggere. Sarebbe come se, per rimediare al distacco di qualche tratto di un bellissimo intonaco affrescato, gli si colasse addosso un getto di cemento armato. Di sicuro l'intonaco sarebbe consolidato, ma l'affresco che si intendeva preservare sarebbe perduto per sempre.
(1) Danni alla duna dovuti all'opera dell'uomo: A) Calpestio dei bagnanti nei mesi estivi: provoca essenzialmente l'abbassamento dei sentieri di penetrazione, ma va detto che il danno è puntiforme e localizzato dal momento che i sentieri sono ortogonali rispetto alla duna e distanziati di 70/100 metri l'uno dall'altro. Quindi, volendo, non sarebbe troppo complicato riportare un po' di sabbia dove occorre e provvedere alla protezione dei sentieri (solo in corrispondenza dell'attraversamento della duna) con piccole passatoie in stecche di legno e delimitare con manufatti leggeri e naturali le zone antedunali più delicate, vietandone l'accesso ed il calpestio. B) Scavo con ruspe per la realizzazione delle strade di accesso alle spiaggie in concessione e per la localizzazione di docce, casette e depositi: Si tratta di opere ovviamente devastanti ed irreversibili che però nessuno trova il coraggio di proibire. C) Passaggio continuo di mega trattori sulla spiaggia. Ovviamente dannoso per la naturale ricostituzione della fascia antedunale, ma anch'esso impossibile (non si sa perché) da vietare - Asportazione nei mesi invernali delle alghe e delle palline. Del tutto inutile, anzi dannoso e incomprensibile - Scavo di centinaia di metri cubi di sabbia dall'arenile per colmare il dietro delle palizzate: Si tratta di attività di dubbia (molto dubbia) liceità e comunque dannosissime per la spiaggia e per lo scalino antedunale. Fra l'altro le linee guida della Provincia di Livorno (2) per i lavori da eseguire sugli arenili (per ogni intervento con mezzi meccanici ci vorrebbe anche una domanda alla Provincia, figuriamoci...) prescrivono di non intervenire con mezzi meccanici se non in caso di assoluta necessità turistica e comunque di non asportare (salvo che in stagione e nei bagni) i residui naturali e la poseidonia, ma semmai di accumularli sul bordo interno della spiaggia, in mucchi longitudinali davanti allo scalino antedunale a sua protezione, senza mai invadere le radure dove la vegetazione tenta di attecchire. A San Vincenzo delle linee guida della Provincia se ne fregano proprio. Però vorrebbero i finanziamenti per i lavori sull'arenile. Preghiamo tutti che non arrivino mai.
(2) Provincia di Livorno
Linee Guida “Gestione Integrata della Posidonia oceanica” (pag.29)
novembre 2006

ASSESSORATO ALLA DIFESA SUOLO E COSTE
Unità di Servizio“Pianificazione, Difesa del Suolo e delle Coste”
Unità Organizzativa “Risorse marine e Georisorse”
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Pagina 29 ........La movimentazione all’interno della spiaggia deve far riferimento alla morfologia della duna retrostante la spiaggia. Il punto migliore dove spostare la biomassa è rappresentato dal “punto di massima espansione dell’onda” che rappresenta il limite a terra per la diffusione delle biomasse vegetali. La movimentazione su tale limite ha il vantaggio di favorire la stabilizzazione dell’anteduna che opera un’azione di protezione, accrescimento e di stabilizzazione del retrostante cordone dunale. In caso di mare calmo, infatti, la presenza della posidonia favorirà la costituzione del cordone dunale e la ricolonizzazione del limite a mare da parte delle piante pioniere, mentre in caso di forti mareggiate le onde non si infrangeranno direttamente sulla duna ma sulle foglie accumulate favorendone di nuovo il trasporto a mare. Le biomasse vegetali non devono essere spostate direttamente nella zona mobile o fissa della duna perché provocherebbero il soffocamento delle specie erbacee psammofile antidunali e le specie arbustive ed arboree delle dune fisse. Tali attività non necessitano di autorizzazioni ai sensi della normativa sui rifiuti o della legge sulla movimentazione di materiali in ambiente marino e in zone ad esso contigue (LRT19/03), ma devono essere comunicate alla Provincia di Livorno - Unità di Servizio “Pianificazione, Difesa del suolo e delle coste”, per le competenze in materia di difesa della costa e acquisire il parere dell’Unità di Servizio “Tutela dell’Ambiente”.

7 - Si osservi come vengono rispettate le linee guida: piante troncate senza pietà per far posto ai pali. Ma che importa? tanto nel giro di qualche mese, tutta la vegetazione dello scalino antedunale sarà stata ricoperta da rifiuti e sigillata con sabbia e palline, fino al filo superiore della palizzata. Le Linee Guida della Provincia, ignorate. Tutta la letteratura e gli studi sulla conservazione e protezione delle dune costiere, trascurati. Le uniche norme applicate saranno quelle della realizzazione, gestione, bonifica e mascheramento delle discariche.
Del "parco naturale" sulla spiaggia e nei primi dieci.venti metri, non rimarrà più traccia. Quel meraviglioso, rarissimo, prezioso aspetto ambientale originario, che si era conservato immutato per secoli, sarà perduto per sempre.


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LE TECNICHE DEI PRIVATI (tutte debitamente autorizzate da chi di dovere)
Illustreremo di seguito i diversi stili con i quali i privati (Le più prestigiose strutture turistiche alberghiere del paese) curano e abbelliscono la duna costiera e la sua vegetazione che si protende sulla spiaggia. Sicuramente la caratteristica paesaggistica più unica e preziosa di San Vincenzo.
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Zona MARIVA - Palizzata altezza mt. 1,50 - 2,00,
finemente rifinita in stile "Vlad l'impalatore" (Ingrandisci l'immagine per apprezzare la finezza dell'intervento).
La precedente palizzata realizzata un anno e mezzo fa e che ha dato il via alla moda dei fortini, non va già più bene, troppo bassa, tronchi troppo minuti, ci vogliono ceppi secolari.

- - - - - - - -Zona RIVA degli ETRUSCHI - Muretto rustico basso e passeggiata in muratura. Va detto che in questo caso oltre al fatto di appartenere ad un privato, la struttura è stata realizzata negli anni Sessanta, al tempo del sacco di Roma, e che quindi tutto sommato è andata anche troppo bene. Certo quelle agghiaccianti ringhiere in acciaio inox, Mr. Lazzi poteva risparmiarcele. Di certo tutti vorremmo conoscere il funzionario della Soprintendenza che le ha approvate.

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Zona RIVA dei CAVALLEGGERI - L'intervento, recentissimo, è stato curato personalmente da Attila che ha voluto (giustamente) prevedere la possibilità di accedere alla spiaggia anche con i SUV.
Esattamente da questo punto inizia (confine nord)
l'Area costiera "protetta" di Rimigliano !!
Come inizio di protezione è tutto un programma, non c'è che dire. Gli ingenui chiedono a Comune e Soprintendenza: nelle aree con il solo vincolo paesaggistico costiero, ma non incluse in parco protetto come questa, cos'è che si può fare di più e di peggio di questo intervento (vedi)? Usare le mine da cava? Il napalm? - - - - - - -
Zona GARDEN CLUB - l'intervento risale a circa un decennio, le stecconate fortunatamente sono basse, ma ogni anno viene arricchito, ampliato e appesantito con nuovi manufatti e impianti, nuove palizzatine, nuove pavimentazioni.

lunedì 14 gennaio 2008

ANPIL - Ecoballa Comunale - Il Comune non vuole che la fascia costiera di Rimigliano sia inserita fra le aree protette ufficiali .

Anche nella relazione di accompagnamento alla variante di Rimigliano si ribadisce che la fascia costiera è inserita fra le ANPIL (aree naturali protette di interesse locale) e che, addirittura!, la protezione verrà estesa anche all'intera Tenuta di Rimigliano (naturalmente dopo avere terminato tutte le nuove costruzioni).
Purtroppo non è vero niente. nel Comune di San Vincenzo non vi sono ANPIL. Quelle più vicine sono quella di San Silvestro (in Comune di Campiglia) e di Baratti Populonia (in Comune di Piombino), i cui contorni però si interrompono bruscamente proprio in corrispondenza del confine blindato di San Vincenzo. Nel Comune di San Vincenzo le ANPIL non hanno diritto di cittadinanza. Che siano extracomunitarie?.


In realtà il mancato inserimento dipende esclusivamente dalla mancata volontà comunale. Quando ci sarà da urbanizzare la fascia a mare del parco con prestigiose strutture balneari, si scoprirà improvvisamente che l'ANPIL non c'era, e questo tornerà molto utile (un vincolo in meno non fa mai male). Ma tanto c'è il vincolo paesaggistico!! Certo, ma si sa la Soprintendenza è tanto oberata di lavoro. I sessanta giorni del silenzio assenso volano.


Se invece il Comune e i progettisti del piano davvero ignorano che l'ANPIL di Rimigliano è in realtà un ectoplasma, dimostrino la loro buona fede, ammettano l'errore e nel primo Consiglio Comunale portino la delibera di istituzione dell'ANPIL della fascia costiera di Rimigliano; quindi si precipitino in Regione a sistemare le carte. Un mesetto dovrebbe bastare.


Ad esempio il Comune di Piombino istituì l'ANPIL del Parco della Sterpaia con delibera del CC del 2 aprile 1998 n. 33, e successivamente l'Area fu inserita nell'elenco ufficiale delle aeree protette della Regione con il codice AP.LI.05. Che numero ha l'ANPIL di Rimigliano ??
Di seguito si riporta la cartografia ufficiale ANPIL della Regione Toscana, nel tratto da Poggio al Mulino a San Vincenzo.

Come si vede, tutto il litorale del Comune di Piombino, con la sola esclusione della zona cittadina è classificato ANPIL. La zona protetta si interrompe esattamente in corrispondenza del canale Allacciante a Torre Nuova, proprio sull confine del Comune di San Vincenzo.
Lo stesso Comune di San Vincenzo (vedi lo stemma campeggiante) nel Progetto Quadro del sistema dei parchi della Val di Cornia riconosce due cose: 1) Il Parco di Rimigliano si estende fino al confine con riva degli Etruschi. 2) Il Parco non è ANPIL ma solamente ANPIL di Previsione



domenica 13 gennaio 2008

Zona Nord del Parco Naturale Costiero di Rimigliano - Ogni anno nuove opere di urbanizzazione - Ormai è ridotto ad uno squallido giardinetto pubblico

Se la Protezione è questa, per carità, smettete di proteggerla!Il confine nord dell'area protetta di Rimigliano coincide esattamente con il confine sud di Riva degli Etruschi. Fino a non molti anni fa, da quel punto, iniziava il bosco naturale completamente intatto, che proseguiva fino alla Torraccia, con la sola interruzione della villa Cavalleggeri. Poi, al di la della Principessa, arrivarono Riva dei Cavalleggeri e il Garden Club. Gli amministratori giurarono che la fascia costiera del bosco non sarebbe stata compromessa: appena un paio di sentieri di accesso al mare e nulla più.


Si cominciò dal sottopasso coi suoi bei muroni in cemento armato, i sentieri si moltiplicarono con gli anni, furono allargati e poi lastricati. Nacquero i primi chioschetti di legno che piano piano si moltiplicarono e si ingrandirono fino a diventare grandi costruzioni fornite di ogni accessorio. Arrivò il campo per il tiro all'arco, le staccionate, le reti, i cancelli.

All'interno (piano piano, anno per anno, senza parere) il sottobosco fu spianato, gli alberi diradati, potati, spalcati e ornati con gli allegri cartelli pubblicitari dei gelati direttamente inchiodati sui tronchi. Infine (sempre piano piano, senza furia) la duna fu sbancata in più punti con le ruspe, le strade allargate sempre più, pavimentate, illuminate con lampioni, circondate da graziose palizzate country tipo vecchio west.
La spiaggia in concessione di distinse fra tutte le altre della Toscana, adottando al posto delle sdraio degli orripilanti lettoni realizzati con un'agghiacciante plastica bianca. La duna fu confinata con una sgangherata palizzata ed un marciapiede in mattonelle di rizzata di ghiaia.

Sorsero discariche costiere (autorizzate ?) confinate da muraglie cinesi, che ricoprirono splendide radure e distrussero la bassa vegetazione spontanea della fascia antedunale.
Sorsero depositi di windsurf in stile californianoCostruzioni post moderne proliferarono nella duna

La duna iniziò ad essere confinata da orribili palizzate che ogni anno si allungano inesorabili deturpando irreparabilmente un ambiente naturale intatto da secoli. Oltretutto le palizzate vengono costruite in zone della spiaggia dove la duna dista dal mare oltre 30 metri e non è affatto soggetta ad erosione. In effetti la funzione delle palizzate è, in un primo momento, quella di discarica dei rifiuti della spiaggia, quindi, una volta riempite, quella di protezione dei sempre più estesi marciapiedi.

Oggi (a stare ai cartelli) l'area risulta sempre protetta dalla Regione Toscana, dalla Soprintendenza e naturalmente e sopratutto dal Comune, ma in tutto il tratto che va da Riva degli Etruschi fino al Botro ai Marmi, quello che era un intatto bellissimo parco naturale costiero è diventato una tristissima parodia di bosco, diradato e pesticciato, e la spiaggia e la duna non hanno più nulla di naturale.
La foto dei manufatti e delle attrezzature, sia del Garden Club che della spiaggia dei cani, dovrebbero essere pubblicate sui manuali come esempi esaustivi di cosa non fare nelle aree protette in genere ed in quelle dal valore unico come Rimigliano, in particolare. Al contrario costituiscono solamente l'esempio (in piccolo) di quello che aspetta il tratto costiero che va dalla villa Cavalleggeri fino alla via del Lago, non appena prenderà forma l'insediamento che il Comune intende autorizzare a Rimigliano. 250 appartamenti, 200 camere d'abergo, oltre a un numero inprecisabile, ma sicuramente esorbitante di attività commerciali e di pertinenze di ogni tipo. Sulla spiaggia si dovrà trovere il posto ad oltre 400 ombrelloni, 400 lettini, 800 sdraio, 20 pedalò, 3 catamarani, gruppi doccia coperti, depositi dei wind surf, casette per i bagnini, oltre naturalmente a chilometri di marciapiedi e stecconate a parare quella duna costiera così irregolare e francamente impresentabile per una moderna e prestigiosa stazione turistica in procinto di ottenere la certificazione ambientale. A quello che succederà nel bosco: (strade, stradine, stradette, edifici per il ristoro degli affamati ed assetati, cartelli dei gelati, batterie di servizi igienici, con scarichi ecologici però) meglio non pensarci nemmeno, altrimenti ci prende la depressione. Il tutto facendo a cazzotti con le altre 2000 famiglie che in estate assaltano Rimigliano alla disperata ricerca di un parcheggio e di un posto in spiaggia, ma che almeno si accontentano, anzi, sono proprio contente che il luogo non somigli affatto a Rimini. Sarà di certo la fine di Rimigliano e forse anche di San Vincenzo. Ma di che ci lamentiamo? E' il progresso bellezza, e noi non possiamo farci niente. Niente !!
Foce del Botro ai Marmi - Spiaggia dei cani - attrezzata: di tutto punto.
Dopo una bella sciata, Vin Brulé per tutti - Reclame! (tutti prodotti naturali però)
Precedentemente (2004-2006) il luogo è stato a lungo il campo di esercitazione di burloni esperti in idraulica marina, che con gran lavorio di tecnici, operai, ruspe, tubazioni in acciaio e macigni in pietra di zavorra hanno provato, per almeno tre volte, a intubare la foce del Botro ai Marmi. Forse per poter togliere il divieto di balneazione. Naturalmente, trattandosi di dilettanti, il mare si è sempre allegramente divertito nel giro di qualche settimana a disseppellire le tubazioni interrate alla meglio, e ad annodarle come fossero spaghi. E' stato un training un po' costoso, ma ora i protagonisti sanno esattamente tutto quello che NON va fatto per intubare un fosso. Attualmente ogni notte, tranci di tubo dall'aspetto sofferente emergono dalla sabbia come zombie, per poi scomparire tristemente al primo levare del sole.

In compenso il mare è tornato balneabile, grazie alla scomparsa dei cartelli di divieto. Il puzzo però è rimasto. Se siete interessati ai rottami metallici provate a scavare dietro la palizzata di cui alla quarta foto di questo post. Avrete delle sorprese. Rugginose.

SAN VINCENZO è ESAURITO (sono finiti anche i posti in piedi) Sia i residenti che gli ospiti se ne sono già accorti. I nostri amministratori, no.

Rimigliano - Attuale Regolamento Urbanistico: L'area destinata alla nuova edificazione dal vecchio Piano Strutturale, ora variato
Il viale dei Cavalleggeri, che attraversa gran parte della tenuta di Rimigliano

La intensa urbanizzazione di questo ambiente naturalistico, la conseguente e inevitabile (al di là di qualsiasi possibile buona intenzione) deturpazione del parco costiero e della spiaggia (VEDI esempio), sarà però compensata dall'indotto economico del comparto edilizio, dai nuovi posti di lavoro in albergo, dal salto di qualità dell'immagine turistica di San Vincenzo. In altre parole dai tanti soldi che cominceranno a turbinare come una tromba d'aria, depositandosi quà e là.
Le ditte sanvincenzine potranno raccattare qualche subappalto di fame.
Qualche giovane del paese potrà, se di poche pretese, vincere la concorrenza delle centinaia di altri ragazzi provenienti da tutta Italia e lavorare come cameriere per tre mesi. Almeno lui la notte potrà dormire a casa e non ammassato nei garage e nelle cantine come gli altri.
Anche i commercianti sanvincenzini potrebbero vendere qualche giornale in più, qualche gelato, qualche superenalotto, a condizione che i nuovi audaci ospiti riescano ancora a raggiungere il centro cittadino.
La Coop potrebbe incrementare la vendita di derrate alimentari ai nuovi proprietari dei minialloggi sparsi per le campagne del Parco, se solo qualcuno di essi riuscisse prima a trovare un parcheggio in terza fila, e poi a penetrare la massa compatta dei vacanzieri affamati incastrati nelle corsie e ammassati alle casse.
Perché, non dimentichiamolo, anche se non sembra popolare dirlo, San Vincenzo è ESAURITO. Tutti i posti sono già stati venduti, anche quelli in piedi. Già con i nuovi insediamenti di fronte al Mercato e con il completamento degli enormi palazzi di via Biserno, e degli altri insediamenti minori, si è raggiunto e passato il punto di non ritorno.
Con il mega insediamento (fra ristrutturazioni e nuova edificazione) di Rimigliano, l'albergo sul porto e le altre bazzecole in programma, San Vincenzo esploderà definitivamente e la gente comincierà ad andarsene. Inevitabilmente.
Già ora le persone in estate (i turisti, ma anche i residenti)
1) Per andare in spiaggia (che è lo scopo principale per cui vengono a San Vincenzo), devono prendere la macchina prima delle 9 e precipitarsi per trovare gli ultimi parcheggi disponibili lungo la Principessa, non possono tornare a casa a pranzo per non perdere il posto faticosamente conquistato, e la sera al rientro debbono sobbarcarsi mezz'ora di fila, che comincia all'altezza del Garden Club.2) Per fare la spesa nell'unico Supermercato esistente, o ci vanno alle 8 o alle 13 oppure devono sostenere una improba battaglia con centinaia di altre persone per strapparsi un parcheggio, un carrello, l'ultimo tozzo di pane o l'ultima bottiglia d'acqua, in un magazzino semi saccheggiato e perennemente affollato almeno dal doppio di persone che potrebbe contenere. Basterebbe un sondaggio fra i residenti per sapere quanto apprezzino il fatto di avere un unico supermercato in città.3) Per andare in centro la sera, anche escludendo i pazzi furiosi che si ostinano masochisticamente ad andarci in macchina, le persone semi-normali che ci vanno a piedi o in bicicletta (quelle normali non ci vanno proprio) si ritrovano a pestarsi i piedi con migliaia di altri sciagurati nei 316 metri lineari di zona pedonale di via Vittorio Emanuele, in una bolgia rimbombante e maleodorante che non ha nulla di umano. L'unica persona che ha davvero capito tutto è quel giovane che percorre il Centro a passo di carica con in mano un mega stereo smarmittato.
Quando fin da quest'anno, gli orfani della spiaggia defunta di via Marconi, e poi nei prossimi anni gli acquirenti dei nuovi alloggi in costruzione in paese, gli acquirenti dei 250 alloggi di Rimigliano, gli ospiti del nuovo grande Hotel di Rimigliano, gli ospiti del nuovo Grand'Hotel del Porto, gli skipper e gli Yachtmen alla fonda del nuovo porto, gli ospiti giornalieri attratti dalla nuova sempre più prestigiosa immagine turistica di San Vincenzo e i telespettatori ammaliati dalla beatifica visione dell'arrivo al San Luigi del Giro d'Italia, si riverseranno in massa sulle spiaggie di Rimigliano, parcheggiando in mezzo alla strada, assaliranno imbufaliti la COOP, si schiaccieranno dentro la zona pedonale e riduranno strade e parcheggi ad un unico immenso, puzzolente ingorgo; allora finalmente la gente deciderà che non ne vale più la pena e leverà le tende da San Vincenzo e dalla sua troppo prestigiosa e troppo affollata immagine.
Per finire un'ultima considerazione:
Per generare posti di lavoro e incrementare le attività economiche di una località turistica matura e ormai satura, ci sono due modi:
1) Continuare imperterriti a costruire nuove case e alberghi nei luoghi più belli, richiamando sempre nuovi ospiti, con inesorabile scadimento della qualità della vita di tutti (nuovi ospiti, vecchi ospiti e residenti).
2) Rinunziare a nuove costruzioni residenziali, specie nei luoghi naturalisticamente pregiati, incrementando invece al massimo i servizi richiesti dai residentii e dagli ospiti (realizzazione di un secondo supermercato, autobus navetta numerosi e capillari per le spiaggie e per il centro, percorso pedonale lungomare, uso di biciclette comunali con almeno tre depositi intercambiabili per il prelievo e la restituzione, altri servizi ai cittadini).
Con la seconda opzione si potrebbe realizzare un numero di posti di lavoro sicuramente non inferiore alla prima, con una piccola e trascurabile differenza: che tutti starebbero meglio e non peggio.

domenica 6 gennaio 2008

Rimigliano - Documentazione Fotografica parte 2

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37 - Vuoi vedere come questi luoghi diverranno fra qualche anno? fai click.
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Radura sabbiosa fra la spiaggia e la duna - Pensate davvero che questa meraviglia meriti di essere tagliata fuori dalla spiaggia con una palizzata alta due metri e quindi sepolta da una discarica dei rifiuti alta quanto la palizzata ? In realtà per quanto appaia incredibile, c'è qualcuno che lo pensa davvero. Purtroppo questa follia demenziale è già in corso di realizzazione e quando prima o poi lo scandalo esploderà, ormai sarà troppo tardi e quanto illustrato da questa foto sarà già perduto per sempre.

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