domenica 17 maggio 2009

mag 09 -Devastazione in corso nella fascia a mare del Parco Naturale di Rimigliano

24 maggio:
Il disboscamento continua. 
25 Ettari venduti a 6.600 euro
Dopo la denuncia della settimana scorsa, in questa ultima settimana, il metodo di taglio dei disboscatori è cambiato e si vede subito. Basta fare il confronto fra il taglio già eseguito a sud dell'incrocio di via del Lago fino al podere Walfredo, e quello a nord ora in corso fra la via del Lago e la casa Cavalleggeri .
Nella zona a sud, prima della denunzia, sono state lasciate la metà delle piante che vengono ora lasciate a nord.
Ma l'effetto rimane ugualmente devastante e indegno di un parco naturale.
Inoltre le prescrizioni contrattuali (minime) continuano a non essere osservate.
Suggerimento per il Corpo Forestale dello Stato:
Provi a fare un censimento delle ceppaie di leccio o acero nelle quali sono stati lasciati i 3 (tre) polloni previsti dal contratto. Vediamo quanti ne trovano!
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Si può fare questo scempio in un Parco Naturale ?
Ma certo che si può. Nessuno ha da obiettare.

Il Comune. La Provincia La Forestale. La Soprintendenza.
Tutto tace. (per ora)
Nei Parchi naturali è questa la buona regola dell'arte. Non lo sapevate?

Dovunque si fa così. Andate a vedere negli altri parchi naturali.


La Società dei Parchi ha venduto per 6.600 denari (con regolare contratto per carità) gli alberi del Parco.Si premette che procedere a disboscamenti in un Parco Naturale è un'azione che a qualsiasi persona ragionevole appare come assurdamente vandalica, e come tale sarebbe da tutti ed in particolare dalle autorità, considerata, in un paese normale.
In un parco naturale la norma sarebbe quella di lasciare che la vegetazione spontanea nasca, cresca, muoia, marcisca, si decomponga, senza alcun intervento umano, salvo che per ragioni di sicurezza nel caso che qualche albero (quasi sempre i pini non autoctoni) minacci di cadere. Gli altri alberi e arbusti spontanei della macchia mediterranea non dovrebbero MAI esser toccati.In teoria (molta teoria) il contratto di appalto prevederebbe, quantomeno, di tagliare i pini mezzi secchi e di salvaguardare tutti i lecci querce ed aceri spontanei, favorendone la crescita e curando che non si formino radure fra le chiome e lasciando almeno tre polloni per ogni ceppa.
In realtà quasi nessun pino, anche se già secco, è stato tagliato dal momento che la legna resinosa di pino non ha mercato. Al contrario sono stati tagliati una gran quantita di lecci, querce e altre piante spontanee.
Esattamente il contrario di quanto (teoricamente) previsto dall'appalto e di quanto previsto dalla buona regola dell'arte forestale.
In questo modo il bosco sarà talmente compromesso che la minaccia che possa diventare ANPIL finalmente sarà scongiurata e così fra poco si potrà finalmente attrezzare il parco anche con costruzioni varie a servizio delle belle villette che sorgeranno dall'altra parte della strada.
In fondo una preoccupazione levata. Vi pare?
Però che schifo incommensurabile !
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Una novità dell'ultim'ora:
Il contratto prevedeva che il taglio sia esteso anche alla zona dunale, fino all'inizio della spiaggia.
INCREDIBILE. Credo sia la prima volta che una cosa simile accade nel mondo civilizzato.
Vedi sotto l'allegato al contratto di appalto, dove l'area interessata dalla vendita del legname si estende fino alla spiaggia.
Solo la pubblicazione di questo post, ripreso da alcuni quotidiani on line, ha provocato prima un comunicato stampa dell'Ente parchi e poi la precipitosa marcia indietro rispetto al contratto, con il blocco in extremis del taglio del bosco dunale, ad ovest della strada interna.
Da alcuni giorni squadre di persone che scendono da auto private, perlopiù il sabato e la domenica, hanno iniziato ad abbattere gran parte delle alberature del Parco di Rimigliano.
Lasciano tutti i grandi pini, molti dei quali semi secchi e destinati nei prossimi anni a cadere, e tagliano gran parte dei lecci e delle querce, non solo quelli dominati del sottobosco, ma anche gli esemplari adulti che già svettavano attraverso i pini.
E' del tutto evidente che si tratta di un taglio per fare legna, tante centinaia di quintali e di quella più pregiata.
Si sono già formate impressionenti radure invase dal sole .
Dove i tagliatori domenicali sono già passati (alcuni ettari) il parco naturale non esiste più .
I duecento metri di larghezza del Parco, son divenuti ormai completamente trasparenti e del tutto inadatti alla permananeza di qualsiasi animale.
Da ogni parte del parco si vede la via della Principessa, con le macchine che vi sfrecciano.
Il rumore delle auto ha invaso tutto il bosco.
Sono rimasti i vecchi pini storti, mezzi secchi, dal legno resinoso e invendibile (vedi sopra) e invece tagliati lecci e querce adulte, che asicurano un'ottima resa di legname pregiato. (vedi qui sotto)
Viene fatto posto a nuovi e numerosi varchi e larghi stradelli dove passare con i trattori che dovranno raccogliere la legna e le ramaglie, per ora lasciate in mucchi, in attesa che secchino ben bene.
Solo lungo la Principessa viene lasciato qualche albero in più, tanto per mascherare un po' il disboscamento.
Quello che resta dopo questo trattamento vi pare ancora definibile un parco naturale, in procinto di diventare ANPIL (Area Naturale Protetta di Interesse Locale)?
ANPIL, come il Parco delle Sterpaie, ad esempio.
La Regione è in attesa da quindici anni di classificazione il Parco di Rimigliano come ANPIL, ma non ha mai potuto farlo per le inadempienze del Comune. Ora il sindaco uscente, si è impegnato solennemente nel suo programma a concludere l'iter della classificazione.
Ma ormai cosa c'è ancora da proteggere? Una vecchia pineta diradata e mezzo secca, privata di tutta la sua migliore vegetazione spontanea? e destinata a degradarsi ulteriormente nei prossimi anni?
Probabilmente, quando il Comune invierà alla Regione la tanto sospirata documentazione per far classificare Il Parco di Rimigliano come ANPIL, la decisione finale sarà che non è possibile dare questa classificazione ad un'area ormai naturalisticamente compromessa in maniera irreparabile.
Sarà una delusione, ma ci si consolerà riempiendo tutte le radure lasciate dai boscaioli, con tante belle costruzioni (di interesse pubblico, s'intende).
Quale pubblico? Il pubblico, a noi tanto caro, che si insedierà nelle bellissime casette subito al di là della strada.
Ecco perchè è meglio darci dentro con le motoseghe. Tanto chi vuoi che se ne accorga?
Quanta bella luce. Molto luminoso davvero questo parco naturale. Sembra quasi artificiale.
Ma a luglio non ci si bollirà un po'dal caldo?
Meglio. Tutta quella gente scaniconi a fare i picnic e la pennichella in camiciola, mal si addice alla prestigiosa immagine Emas ISO 14001 del Nuovo San Vincenzo.

Però, la legna è ottima. Chi ha un caminetto, prenoti subito i tagli migliori.
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Effettivamente La società parchi della Val di Cornia, cui spetterebbe la salvaguardia del Parco ha fatto un bando che in un parco NATURALE appare del tutto FOLLE (Avviamento all'alto fusto di un Parco naturale !!!!!!!!!!!)
Tuttavia nel contratto di appalto qualche regola (per pudore) l'avevano inserita:
Eccole:
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ALLEGATO “B” - CAPITOLATO DI ONERI
ART. 5 - SPECIFICHE E PRESCRIZIONI PER L’ESECUZIONE DEL SERVIZIO.

Il taglio sarà del tipo AVVIAMENTO ALL’ALTO FUSTO DI CEDUO DI LECCIO INVECCHIATO (!!!! sarà molto difficile che possa invecchiare) e dovranno inoltre essere rispettate le seguenti prescrizioni, disposte dalla Provincia di Livorno,Settore 7 “Tutela Ambiente”:

1. Dovranno essere lasciate a dote del bosco TUTTE LE PIANTE NATE PER SEME (!!!! i lecci e le querce tagliati erano stati trapiantati dai vasini), escluse quelle secche o deperenti;

3. Dovranno essere lasciati, in media N° 3 POLLONI PER OGNI CEPPAIA (!!!! nessun pollone; al massimo uno, raramente.) ;

4. A fine taglio i soggetti rilasciati a dote del bosco dovranno avere UNA DISTANZA FRA LE CHIOME NON SUPERIORE A MT. 0.80 (!!!! e le nuove radure assolate? 80 cm??);

5. LE PIANTE DI ROVERELLA, SUGHERA ED ACERO PRESENTI DOVRANNO ESSERE SALVAGUARDATE (!!!! ma tutti quei mucchi di legna di che sono?);

6. LE PIANTE DI PINO DOMESTICO CHE SI PRESENTANO SECCAGINOSE, SECCHE O DIVELTE DOVRANNO ESSERE TAGLIATE e trasportate fuori dal bosco (!!!!!!!);

8. Per tutta la durata del taglio dovrà essere apposto in posizione facilmente visibile edaccessibile un CARTELLO DI CANTIERE, DELLE DIMENSIONI MINIME DI CM. 40X50 (!!! qualcuno l'ha visto?), riportante tipo di intervento, del soggetto o ditta che effettua o ditta che effettua l’intervento;

9. L’aggiudicatario è obbligato: A GARANTIRE UNA ADEGUATA COPERTURA DELLE CHIOME AL SUOLO (!!! e le grandi radure assolate che si sono formate?) al fine di evitare il ricaccio delle ceppaie delle specie dominate.

ART. 6 – ORARIO DI SVOLGIMENTO
Il servizio in oggetto dovrà essere svolto IN GIORNI LAVORATIVI (!!! Domenica lavorativa??) e fasce orarie che non siano di intralcio alla frequentazione dei visitatori del parco.
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Contratto pienamente rispettato. Vero?
Vero Presidente Sbrilli?
Vero Comune di San Vincenzo?
Vero Corpo Forestale dello Stato?

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